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Immagine Sguardi e storie dietro ai risultati del progetto UNRRA in un video

04NOV16

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Sguardi e storie dietro ai risultati del progetto UNRRA in un video

Il progetto Dalla strada all’accoglienza, finanziato dal Ministero dell’Interno grazie al Fondo LIRE UNRRA 2015, che Ronda Carità e Solidarietà Onlus ha realizzato insieme a Cena dell’amicizia Onlus sul tema dei centri diurni, sta volgendo al termine. In 12 mesi si sono raccolti dati, sperimentati metodi, incontrate persone, costruiti percorsi, con lo scopo di comprendere, misurare e migliorare. Quanto raccolto è stato analizzato da studiosi esterni, per garantire un giudizio indipendente, e l’esperienza sarà presentata in sintesi e nei risultati replicabili nel convegno del 24 novembre prossimo, presso l’Università Cattolica di Milano. E’ un traguardo importante perché rende il nostro vissuto patrimonio comune e farà crescere i nostri servizi e quelli di coloro che vorranno confrontarsi con questa esperienza concreta. Però…

I risultati di un anno di lavoro possono essere presentati in tanti modi: Giuseppe Failla e Danilo Cartello hanno realizzato un video proprio con lo scopo di dare le stesse informazioni in chiave diversa a un pubblico di non addetti ai lavori. È stata anche questa una sfida: Giuseppe è il valutatore esterno, Danilo è un utente del Centro diurno “Punto Ronda” e sono, quindi, l’insieme di sguardi interni ed esterni, ma nel montaggio hanno fatto una mirabile sintesi tra vissuti diversi. Il risultato è un documentario che ha permesso di intervistare in modo semplice, diretto e colloquiale tutte le componenti dei centri diurni: operatori, volontari e utenti. Lo scopo non era veicolare un messaggio precostituito, ma semplicemente aver voglia di dire qualcosa di sè.

È emersa la diversità nel raccontare la stessa realtà: qualcuno ha un obiettivo e una visione utilitaristica del centro diurno, per altri invece è un punto di arrivo, una nuova famiglia” – dice Giuseppe – “Ciascuno traduce il modello proposto in base alle proprie aspettative. E lo stesso accade per i volontari che si avvicinano alle Associazioni con spinte diverse e di questo ogni organizzazione deve essere consapevole per riuscire a dare valore a ogni volontario, rispondendo alle sue domande anche inespresse, così tutti crescono e la realtà è vitale.”

Ciò che più ha colpito Danilo è che “per tutti gli intervistati, indipendentemente dal ruolo ricoperto e dalla storia vissuta, il Centro diurno è NOI, un noi che comprende tutti. E questa visione non è scontata perché di solito i ruoli creano divisioni, invece in queste realtà si creano sinergie che favoriscono tutti. I ruoli sono definiti, ma è un gruppo e si agisce tutti per uno scopo e questo crea l’ambiente familiare, accogliente.”

Questo clima fa sentire le persone libere, anche davanti alla telecamera, e la curiosità è che dalle conversazioni non si capisce quale sia il ruolo dell’intervistato di turno.

Emergono anche le differenze dei due centri diurni che hanno lavorato insieme quest’anno, ma in entrambi la ricchezza più profonda sono le storie e i percorsi delle persone che li frequentano. I risultati dei centri diurni sono positivi e questo viene valorizzato, ma per gli operatori conta evidenziare anche il processo per ottenere quei risultati, perché i vissuti contengono una ricchezza straordinaria e questo video è un tassello per mostrarla e non perderla.