27NOV25
LE STORIE DI STRADA
Aldo, che non pensava di farcela
Dal punto di vista dei volontari dell’Unità Mobile
Abbiamo visto Aldo per la prima volta durante il periodo del Covid. Arrivava in bicicletta, ma non si avvicinava mai troppo al camper. Sembrava che ci osservasse da lontano, come per capire chi eravamo. Ogni tanto prendeva un panino o qualche bene di prima necessità, poi spariva subito. Non sapevamo nulla di lui, solo che tornava ogni tanto, sempre con quella distanza che sembrava un muro.
Un giorno ci ha chiesto una coperta. Gliel’abbiamo data, ma non ci siamo fermati lì: abbiamo capito subito che quella richiesta, da parte sua, era come un segnale in codice; ci stava dicendo che era pronto per andare oltre al semplice panino. Gli abbiamo proposto di rivederci, magari con l’educatore. Non sapevamo se avrebbe accettato. E invece sì. Da quel momento, passo dopo passo, Aldo ha iniziato a fidarsi.
Dal punto di vista di Aldo
All’inizio non volevo avvicinarmi. Li vedevo lì, con il camper, e pensavo: ‘Non mi serve niente, tanto non cambia nulla’. Poi il freddo è diventato insopportabile e ho chiesto una coperta. Non mi hanno solo dato quello che chiedevo: mi hanno chiesto di tornare, di parlare. Non era facile per me. Ho sempre cercato di cavarmela da solo. Ma quando ho iniziato a raccontare la mia storia, ho capito che non ero più invisibile.
Ho detto che volevo ricominciare. E loro mi hanno creduto. Mi hanno aiutato a ottenere la residenza, a riattivare la tessera sanitaria, a chiedere un medico di base. Ora posso curarmi, posso pensare a un futuro. Non è facile, ma non sono più solo.
