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22GIU15

LE STORIE DI STRADA

Il tempo del volontariato

Si comincia a fare volontariato per gli spunti più diversi, a volte guardando uno spettacolo televisivo pomeridiano quando si è finalmente in pensione e si cerca di coltivare una sana curiosità. Questo è ciò che è accaduto ad Arduina: le è bastato vedere un’intervista a Paolo Coccheri, fondatore della prima Ronda della Carità a Firenze, per cogliere che questo tipo di servizio poteva aiutarla a capire mondi diversi, che prima aveva guardato senza attenzione, forse con qualche preconcetto. Quando ha scoperto che per diventare volontaria della Ronda della Carità e Solidarietà Onlus era sufficiente la buona volontà, ha accettato la sfida. Era il gennaio 2014 e da allora è una presenza regolare di tutti i martedì e giovedì al Centro diurno “Punto Ronda”. Arriva alle 9 e si ferma fino alle 15: cucina, si occupa della tavola, del guardaroba, passa il tempo con gli utenti magari giocando a carte…perdendo inesorabilmente.

Come spesso accade, Arduina racconta che pensava di fare e dare qualcosa, ma ogni giorno scopre di ricevere e di imparare: impara a essere umile, ad ascoltare, a trovare nelle confidenze degli utenti uno specchio perché tutti abbiamo le stesse paure e difficoltà nell’affrontare situazioni o sofferenze. A volte c’è il disagio di comprendere di avere vantaggi materiali, ma anche la consapevolezza di poter mettere a disposizione la propria esperienza vissuta, che diventa allegria e ironia in ogni gesto o chiacchierata.

Quando i volontari sono pochi, Arduina crea l’occasione per coinvolgere di più alcuni utenti nelle attività giornaliere e partecipa ai laboratori per condividere la giornata con tutti.

E’ nata così l’occasione di seguire il laboratorio di ascolto attivo della musica, ideato e condotto da Federico: qui ha conosciuto e apprezzato Fabio, un utente italiano di 42 anni scomparso prematuramente dopo aver fatto ammirare a tutti la sua abilità alla chitarra, lasciando un ricordo indelebile. Arduina segue anche il laboratorio teatrale, condotto da Caterina del Campo Teatrale, “dirimpettaio” del Centro diurno, che ha creato l’occasione per un progetto molto bello di interpretazione di brani indossando maschere: un modo per scoprire che una maschera può dare sicurezza perché copre, ma anche oppressione. Il teatro è occasione per mettersi a nudo, volontari e utenti, scoprendo che le emozioni sono le stesse, che il sentimento più duro è il senso di abbandono da parte di famiglia e amici.

Arduina è una donna forte, che ha ereditato questa qualità dalla mamma, mentre dal papà ha appreso l’arte di condividere con gli altri quello che c’è. Questa è l’eredità di una cultura contadina vissuta da chi ha visto due guerre, che oggi diventa, in lei, la capacità di cercare il bello che c’è in ogni situazione.

Arduina ha capito che fare volontariato accanto ai senza dimora è un po’ come fare i genitori: non ci sono manuali, né regole fisse, quindi bisogna mettersi accanto e camminare insieme, come fa l’acqua del ruscello che non si ferma mai e si adegua in continuazione, con la stessa freschezza lungo il percorso.

Di recente ha proposto una poesia al laboratorio teatrale che è un regalo per tutti ed è il regalo che ogni volontario offre, che i volontari dell’Associazione portano ogni giorno e ogni sera in ogni strada…